Guida slow food: significato, prodotti, ricette e ristoranti
Slow Food
E’ il nome di un’organizzazione mondiale nata nel 1986 in Italia su idea di Carlo Petrini. L’obiettivo è di promuovere una nuova cultura legata al cibo ed abbracciare una vera e propria filosofia di vita che, al di là degli aspetti gastronomici, si caratterizza per la presenza di un’importante componente sociale.
Definizione e significato
La traduzione letterale di slow food è “cibo lento”. Dunque, esso nasce con l’idea di promuovere una nuova cultura gastronomica, in netto contrasto con le catene alimentari fast food le quali, pur essendo state costituite per venire incontro ai ritmi frenetici della quotidianità, purtroppo in alcuni casi finiscono per proporre cibo dalla qualità non eccelsa ed inculcare abitudini alimentari scorrette. Lo slow food, invece, promuove per la realizzazione di un sistema alimentare più equo e sostenibile.
Storia e origini
L’associazione internazionale no profit nasce a Bra, nel 1986, ed assume inizialmente la denominazione di Arci Gola, nome collegato in maniera diretta all’Associazione Ricreativa Culturale Italiana. Bisogna attendere tre anni, precisamente nel 1989, per la nascita ufficiale del Movimento internazionale Slow Food.
Chi è Carlo Petrini
Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, è un gastronomo e sociologo italiano. Sul finire degli anni ’80 ha contribuito al successo di Gambero Rosso, casa editrice che offre guide legate al mondo gastronomico e culinario. Da sempre impegnato nella valorizzazione del piacere e della cultura del cibo, Petrini è stato incluso dal quotidiano inglese “The Guardian” tra le 50 persone che potrebbero salvare il nostro pianeta.
Presidi slow food
I presidi dell’associazione nascono per difendere, tutelare e valorizzare le piccole produzioni tradizionali che rischiano di estinguersi a causa dell’agricoltura industriale e dei problemi ambientali. Oggi, in Italia, ci sono circa 250 presidi che sono impegnati quotidianamente nella promozione e valorizzazione di molti prodotti e delle comunità locali in cui vengono lavorati.
Prodotti e ricette
Quali sono i prodotti tipici che valorizza l’associazione e quali le ricette tipiche di questa cucina? Beh, dare un’univoca risposta a questa domanda è pressoché impossibile. Non esiste un ricettario slow food in quanto, soprattutto in Italia, bisogna tenere conto delle differenti caratteristiche dei territori e dei prodotti tipici di ogni regione o provincia.
Foto: New Bone Colore & Vintage Collection
In ogni caso, alcuni prodotti sono diventati presidi slow food e l’associazione fornisce anche delle indicazioni su come prepararli. Ad esempio, la focaccia alla genovese, piatto tipico della Liguria, è un prodotto che sta molto a cuore all’associazione, la quale consiglia una lavorazione di ben otto ore.
Inoltre, su Internet è possibile imbattersi in alcune guide che spiegano come riutilizzare gli avanzi in cucina e realizzare piatti gustosi, riducendo al contempo gli sprechi. Disponibili, tra l’altro, molte ricette semplici che consentono anche a coloro che non sono molto esperti ai fornelli di cimentarsi nella realizzazione di diverse pietanze.
Come riconoscere i ristoranti slow food: la chiocciola
In Italia, esistono molti ristoranti e attività del settore horeca che si configurano come presidi slow food e che permettono di vivere un’esperienza all’insegna del puro piacere culinario. La chiocciola stilizzata è il simbolo dell’associazione slow food ed è utilizzata come segno per il riconoscimento di un presidio.
Grazie al progetto Slow Food Editore e alla guida Osterie d’Italia, sarà possibile conoscere da vicino il meglio della cucina regionale italiana, con tantissimi locali consigliati direttamente dall’associazione e che, per l’appunto, hanno ricevuto la famosa chiocciola.
Slow food oggi
Il movimento Slow Food ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per cittadini ed aziende impegnate nella valorizzazione di corrette abitudini alimentari. Il suo successo ha finito per incidere anche sul modo in cui gli italiani fanno la spesa. Rispetto al passato, infatti, è in costante crescita il numero di persone che legge le etichette dei prodotti in vendita all’interno dei supermercati o che preferisce acquistare prodotti bio.
Dopo più di trent’anni dalla sua nascita, il movimento si è diffuso un po’ ovunque. Basti pensare che, oggi, il movimento vanta una rete operativa in 160 paesi del mondo. Inoltre, Slow Food ha dato vita, nel corso degli anni, a due importantissime fondazioni, denominate Madre Terra e Per la Biodiversità, nonché all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Foto: Natural & Happy hour Collection
Insomma, una storia di successo che è fondamentale conoscere per comprendere quanto sia importante instaurare il giusto rapporto col cibo, nel rispetto del pianeta in cui viviamo e per preservare millenarie tradizioni alimentari.